Tesi di laurea
ASPETTI GEOMORFOLOGICI, AMBIENTALI E STORICI

DELLA PIANA ALLUVIONALE DEL FIUME CESANO
IN RELAZIONE AL RITROVAMENTO DELLA FORESTA FOSSILE

Frontespizio
Premessa
Aspetti geografici
Iquadramento geologico
Tettonica
Serie statigrafica
Inquadramento geomorfologico
Elaborazione dati
      La carta geomorfologica della piana del fiume Cesano
      Le sezioni trasversali del fiume Cesano
      Il profilo longitudinale del fiume Cesano
Inquadramento storico
       Presentazione storico-archeologica
      Aspetti preistorici
      Paleolitico
            • Paleolitico inferiore
            • Paleolitico medio
            • Paleolitico superiore
      Mesolitico
      Neolitico
      Età del rame o Eneolitico
      Età del Bronzo
      Età del ferro
Scheda sul mousteriano o musteriano
Scheda sull'Homo Sapiens Neanderthalensis
Distribuzione del popolamento nella valle del Cesano
La Foresta Fossile della Valle del Cesano
      Introduzione
      Ricerca dati
      Descrizione percorso
Osservazioni conclusive
Bibliografia
 AdattamentoWEB Ing. David Guanciarossa
Paleolitico medio

Le industrie del Paleolitico medio non mostrano mutamenti radicali, innovatori, ma sviluppano tecniche e forme già presenti nel precedente periodo, in pratica fanno parte di un processo evolutivo continuo.

Nel nostro emisfero al Paleolitico medio si attribuisce la prima parte del Würm che, in termini di cronologia assoluta, sarebbe compresa tra gli 80.000 ed i 35.000 anni da oggi. Il Würm, la più recente delle glaciazioni quaternarie, è quella meglio conosciuta grazie alla conservazione di numerose serie stratigrafiche complete. I tipi umani che predominano in questo periodo sono i Paleantropi (cui appartiene l’uomo di Neanderthal), notevolmente evoluti nei confronti dei tipi che li hanno preceduti, pur essendo ancora assai primitivi. Essi si diffusero in Europa, Asia e Africa durante tutto il Paleolitico medio e si estinsero completamente al termine di esso.

Fisicamente l’uomo del paleolitico cioè l’Homo sapiens neanderthalensis subisce dei cambiamenti: la capacità cranica aumenta ulteriormente, anche se perdurano caratteristiche fisiche come l’assenza del mento, la fronte sfuggente, la visiera sopraorbitale massiccia.

Alcune industrie del Paleolitico medio mostrano un’importante conquista tecnica riguardante il modo di ricavare le schegge, cioè la cosiddetta “tecnica levalloisiana”, che permetteva di predeterminare la forma della scheggia sul nucleo, prima ancora del suo distacco.

I manufatti su scheggia, nettamente prevalenti durante l’intero periodo, mostrano due caratteri evolutivi molto importanti: la diminuzione delle loro dimensioni e la precisa definizione dal punto di vista funzionale. Due sono i tipi più caratteristici: la “punta” di forma triangolare, accuratamente lavorata, e il “raschiatoio”, cioè una scheggia con ritocchi lungo uno o più margini che doveva servire a vari usi, come raschiare le pelli, sezionare le carni, lavorare il legno. A questi si aggiungono, ma in percentuali assai inferiori, coltelli di selce, bulini, punteruoli e altri tipi di manufatti su scheggia. Continua, sia pure su scala molto ridotta, la lavorazione di strumenti bifacciali.

Queste industrie caratterizzano il cosiddetto Musteriano, stadio culturale che occupa tutto il Paleolitico medio ed è ampiamente diffuso in gran parte d’Europa, d’Africa e d’Asia.

Esiste anche un’altra facies culturale, ma assai limitata territorialmente, il Micocchiano, ricco di bifacciali molto raffinati, che rappresenta probabilmente un Acheuleano finale protrattosi in età würmiana.

Il complesso industriale musteriano si differenzia nella tecnica, nella distribuzione geografica, nei materiali … Nell’Europa occidentale, ad esempio, si rilevano quattro tipi di Musteriano, a seconda dell’uso della tecnica di scheggiatura levalloisiana, dell’uso di forme di strumenti, di tipi di ritocco, di prodotti bifacciali … (Musteriano tipico con punte e raschiatoi; Musteriano tipo La Quina con una percentuale molto alta di raschiatoi, caratterizzato da un particolare tipo di ritocco a scaglie scalariforme; Musteriano denticolato con raschiatoi dai margini ad andamento denticolato e numerose intaccature; Musteriano di tradizione acheuleana con raschiatoi ed alcuni strumenti molto evoluti - caratteristici poi del Paleolitico superiore – come coltelli a dorso e bulini). I complessi litici musteriani si manifestano nelle varie regioni in momenti diversi e con aspetti, a volte, particolari; loro carattere comune non è quindi la contemporaneità o la somiglianza fra loro di alcuni tipi strumenti, ma l’aver raggiunto un certo livello tecnologico (Bordes).

Nella prima parte del Paleolitico medio, svoltasi nella fase calda interglaciale, gli abitati erano ancora molto frequentemente all’aperto, sulle terrazze fluviali o sugli altipiani, poi, col progressivo forte incrudimento climatico del glaciale di Würm, si generalizzò l’insediamento in grotta o sotto ripari rocciosi. Esistono anche resti, per quanto non numerosi, di primitivi attendamenti: doveva trattarsi di tende soprelevate, con un’armatura di tronchi d’albero o anche d’ossa lunghe e zanne di mammut, coperte di pelli o frasche, con un lastricato di pietre o ciottoli aventi lo scopo di proteggere l’interno dall’umidità del terreno. Sembra che i musteriani costruissero anche delle capanne addossate contro i ripari rocciosi o addirittura entro le grotte. E’ certo comunque che, pur vivendo sempre allo stadio di puri cacciatori, gli uomini del Paleolitico medio dovettero praticare un nomadismo non così accentuato come si credeva in passato, ma piuttosto un nomadismo stagionale e limitato all’ambito di un determinato territorio. Questa semisedentarietà sembra attestata dalla potenza di tanti depositi archeologici in grotte, culturalmente omogenei, la qual cosa dimostra che l’uomo, una volta abituato alla protezione e alla comodità dei rifugi naturali, se n’allontanava difficilmente e solo per esigenze di carattere venatorio.

Sempre risalenti al periodo musteriano sono le testimonianze delle prime, sicure manifestazioni di carattere religioso o cultuale dell’umanità. Infatti molti dei resti fossili neandertaliani sono stati trovati intenzionalmente deposti entro fosse scavate nel terreno, in posizione rannicchiata, insieme ad un vero e proprio corredo funebre, consistente in strumenti litici e talora anche in una scorta alimentare. Inoltre sulle facce d’alcuni blocchi di pietra, poggiante sulla sepoltura, sono state trovate scolpite delle cavità, le quali dovevano avere uno scopo magico, sempre legato al rito funebre. Si è alla presenza di un vero culto dei morti che, per il suo rituale, fa presupporre anche la credenza in una vita ultraterrena.

Nel Musteriano si hanno le prove dell’esistenza di un altro culto particolarmente diffuso, quello dell’orso. Doveva inoltre essere praticata la pittura corporale, che sembra essere testimoniata dalla presenza, nei depositi, di molti frammenti di materia colorante rossa o nera. Probabilmente questo materiale non era usato per tracciare disegni, dal momento che finora non si è avuta traccia di disegni o alcuna opera d’arte.

L’economia delle popolazioni vissute in questo periodo era basata essenzialmente sulla caccia ai grossi mammiferi e sulla raccolta di vegetali spontanei. A causa della limitatezza delle fonti per il sostentamento, le popolazioni di questi periodi non dovevano essere molto numerose. E’ probabile che la densità delle popolazioni primitive non superasse, nella migliore delle ipotesi, il valore di un abitante per chilometroquadrato.

La vita media era piuttosto breve: difficilmente si trovano resti di uomini di età superiore ai 40 anni.

Il tasso di mortalità, dovuta a malattie e a cause violente, era probabilmente elevato, ed il tasso di natalità controllato.