Tesi di laurea
ASPETTI GEOMORFOLOGICI, AMBIENTALI E STORICI

DELLA PIANA ALLUVIONALE DEL FIUME CESANO
IN RELAZIONE AL RITROVAMENTO DELLA FORESTA FOSSILE

Frontespizio
Premessa
Aspetti geografici
Iquadramento geologico
Tettonica
Serie statigrafica
Inquadramento geomorfologico
Elaborazione dati
      La carta geomorfologica della piana del fiume Cesano
      Le sezioni trasversali del fiume Cesano
      Il profilo longitudinale del fiume Cesano
Inquadramento storico
       Presentazione storico-archeologica
      Aspetti preistorici
      Paleolitico
            • Paleolitico inferiore
            • Paleolitico medio
            • Paleolitico superiore
      Mesolitico
      Neolitico
      Età del rame o Eneolitico
      Età del Bronzo
      Età del ferro
Scheda sul mousteriano o musteriano
Scheda sull'Homo Sapiens Neanderthalensis
Distribuzione del popolamento nella valle del Cesano
La Foresta Fossile della Valle del Cesano
      Introduzione
      Ricerca dati
      Descrizione percorso
Osservazioni conclusive
Bibliografia
 AdattamentoWEB Ing. David Guanciarossa
Età del bronzo

La scoperta del bronzo avvenne nell’Asia occidentale, dove in Mesopotamia, nella prima fase della civiltà storica dei Sumeri, databile intorno al 3.000 a.C., si lavorava questa lega ottenuta tramite la fusione del rame con una percentuale di stagno.

Di particolare rilievo furono le innovazioni che si manifestarono nelle civiltà allora emergenti: progressi tecnici nella lavorazione del bronzo e della ceramica (comparsa del tornio), formazione di grandi centri urbani, accentramento del potere politico e religioso nelle mani dei sovrani, creazione di splendidi palazzi, sviluppo delle comunicazioni mediante strade e veicoli con ruote. Fu creata un’organizzazione statale per amministrare le ingenti ricchezze, che richiese l’adozione di una scrittura, dapprima geroglifica poi lineare.

Si ritiene che il bronzo sia stato introdotto in Europa verso il 1.800 a.C..

All’inizio il nuovo metallo non portò grandi mutamenti nell’assetto economico e sociale delle varie comunità agricole e pastorali; la selce, l’osso, il legno rimasero le materie prime più usate, e le innovazioni di maggior rilievo furono l’aratro tirato dai buoi e il carro con ruote piene.

L’alto costo del bronzo limitava il suo impiego alla fabbricazione degli oggetti più importanti, in primo luogo le asce. Esso era lavorato da artigiani ambulanti, che si spostavano di villaggio in villaggio portando con sé gli arnesi e la materia semilavorata. La loro tecnica metallurgica era di origine orientale, e i loro prodotti presentano un’uniformità tipologica.

Un altro prodotto naturale assai ricercato fu l’ambra, resina fossile che si riteneva dotata di magiche proprietà terapeutiche. La “via dell’ambra” è molto ben conosciuta e ha costituito una delle più importanti direttrici di traffico per la diffusione sia delle industrie che degli altri elementi culturali della civiltà del Bronzo nella maggior parte d’Europa.

I principali strumenti di bronzo che compaiono sono le asce con margini rialzati e i pugnali con massiccia impugnatura.

La ceramica presenta invece in molte aree culturali un vero e proprio regresso nei confronti di quella dei periodi precedenti.

La prosperità dei villaggi che fiorirono in questo periodo derivava sia dal commercio sia dall’intensa attività artigianale, che comprendeva varie specializzazioni.

Si assiste alla nascita di un nuovo ceto sociale, derivante da quello dei pastori nomadi dell’Eneolitico, divenuti semisedentari e predominanti sulle popolazioni agricole locali. Si tratta dei capi guerrieri, la cui ricchezza si basava essenzialmente sulla pastorizia. L’agio di questo gruppo sociale è testimoniato nelle proprie tombe, provviste di arredi funebri ricchissimi, in cui ai prodotti locali si uniscono quelli importati dai centri culturali più progrediti.

Il perfezionamento tecnico e l’incremento della produzione dei manufatti di bronzo, non solo delle armi ma anche degli attrezzi per le opere di disboscamento e per il lavoro dei campi, favorirono il rifiorire dell’economia agricola, facilitata dall’introduzione dell’aratro tirato da buoi. Si instaurò un tipo di economia mista, agricola e pastorale, che sembra aver ricondotto a una certa uniformità sociale, con una ben più equa distribuzione della ricchezza.

Il repertorio dei prodotti metallici divenne vastissimo: compaiono le lunghe spade a doppio taglio laterale, gli elmi, gli schinieri, i finimenti per cavalli, mentre tra gli oggetti personali spiccano le fibule, i rasoi, le spille.

Le manifestazioni religiose dei popoli dell’età del Bronzo consistono principalmente in due culti, uno collegato al loro spirito guerriero (culto dell’ascia), l’altro al carattere patriarcale della loro società (culto di una divinità maschile simboleggiata dall’immagine taurina o semplicemente dalle corna).

Grande importanza ebbero i culti naturalistici del sole, dell’acqua, della montagna, mentre perdurò e si affermò quello della divinità femminile, probabile protettrice dei sepolcri, riprodotta sulle stele antropomorfe e già presente a partire dall’età eneolitica.

Nella fase terminale dell’età del Bronzo si diffuse, specialmente in Italia, il rito funebre della cremazione, con ceneri raccolte in urne fittili coperte con una ciotola capovolta e interrate in cassette formate da lastre di pietra. Tutto si sta strutturando come una e vera necropoli.

Gli altri elementi culturali del periodo sono la decorazione a solcature della ceramica e le fogge particolari di manufatti bronzei.

A questo periodo di transizione tra le culture del Bronzo e quelle del Ferro è stato dato il nome di Protovillanoviano, per porre in evidenza l’identità del rito funebre di queste necropoli ancora dell’età del Bronzo e di quelle villanoviane della prima età del Ferro.