Tesi di laurea
ASPETTI GEOMORFOLOGICI, AMBIENTALI E STORICI

DELLA PIANA ALLUVIONALE DEL FIUME CESANO
IN RELAZIONE AL RITROVAMENTO DELLA FORESTA FOSSILE

Frontespizio
Premessa
Aspetti geografici
Iquadramento geologico
Tettonica
Serie statigrafica
Inquadramento geomorfologico
Elaborazione dati
      La carta geomorfologica della piana del fiume Cesano
      Le sezioni trasversali del fiume Cesano
      Il profilo longitudinale del fiume Cesano
Inquadramento storico
       Presentazione storico-archeologica
      Aspetti preistorici
      Paleolitico
            • Paleolitico inferiore
            • Paleolitico medio
            • Paleolitico superiore
      Mesolitico
      Neolitico
      Età del rame o Eneolitico
      Età del Bronzo
      Età del ferro
Scheda sul mousteriano o musteriano
Scheda sull'Homo Sapiens Neanderthalensis
Distribuzione del popolamento nella valle del Cesano
La Foresta Fossile della Valle del Cesano
      Introduzione
      Ricerca dati
      Descrizione percorso
Osservazioni conclusive
Bibliografia
 AdattamentoWEB Ing. David Guanciarossa
Mesolitico

La fine del Paleolitico superiore non coincide esattamente col termine dell’ultima glaciazione, ma con l’inizio dell’era geologica in cui viviamo, detta Olocene. In questo periodo cominciò il progressivo miglioramento climatico che portò all’instaurazione del clima attuale.

Il mutamento, avvenuto intorno ai 10.000 anni a.C. e che caratterizza il cosiddetto periodo Mesolitico, ebbe ripercussioni grandissime, poiché provocò una sorta di immiserimento culturale in quello che era stato l’indiscusso protagonista delle fasi più avanzate del Paleolitico, cioè il mondo dell’Europa occidentale.

L’uomo paleolitico, pienamente adattato al suo ambiente, aveva raggiunto il massimo di perfezione realizzabile in una cultura di semplici cacciatori, stimolato a potenziare le sue facoltà e i suoi mezzi proprio dalla durezza del clima e dalla difficoltà di procurarsi i mezzi di sostentamento.

Col mutare delle condizioni climatiche, e quindi ambientali, l’uomo reagì in modi diversi: o seguì le mandrie di animali di clima freddo, che era abituato a cacciare nel loro cammino migratorio verso nord, oppure adattò la sua attività venatoria al nuovo ambiente faunistico. Continuò a cacciare, ma su scala molto ridotta, i grandi animali delle foreste, che erano tornate di nuovo a estendersi dopo il paesaggio a tundra che aveva caratterizzato l’età glaciale. In genere perseguì una selvaggina più piccola, come conigli, lepri, castori, ma soprattutto uccelli, sviluppando inoltre, in modo particolare, le sue attività di pescatore e di raccoglitore di molluschi marini e terrestri.  L’uso dell’arco, che è per la prima volta attestato con sicurezza in questo periodo, rese la caccia molto più facile, ma contribuì forse a ridurre le facoltà inventive dell’uomo.

Questa stasi si riflette sull’industria litica, sulle manifestazioni culturali, ma anche su quelle più alte come l’arte, che improvvisamente scomparve dal suo centro di massima fioritura. L’impoverimento culturale investe tutta la fascia centrale e meridionale d’Europa, dalla Francia alla Russia meridionale. Ben diversa la situazione evoluta in età mesolitica che troviamo dall’Inghilterra alla Finlandia: una cultura particolarmente fiorente, il cosiddetto Maglemoisiano (i popoli di cacciatori e pescatori si adattarono al nuovo ambiente ricco di foreste e di laghi sfruttandone le risorse naturali, sviluppando una tecnologia molto specializzata ed esplicando anche una considerevole attività artistica).

Nel periodo mesolitico è testimoniata la presenza del primo animale addomesticato dall’uomo, cioè il cane.