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Tesi
di laurea ASPETTI GEOMORFOLOGICI, AMBIENTALI E STORICI DELLA PIANA ALLUVIONALE DEL FIUME CESANO IN RELAZIONE AL RITROVAMENTO DELLA FORESTA FOSSILE |
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ASPETTI GEOGRAFICIL’area di studio è situata nella parte settentrionale della Regione Marche e delimita il territorio fra la provincia di Pesaro-Urbino e la provincia di Ancona (fig. 1). Le cartografie interessate sono le carte topografiche regionali (scala 1:25.000):
Il bacino del fiume Cesano, presenta una superficie di circa 413 Km², una lunghezza di 58 Km (tabella 1); nasce dalle pendici orientali del Monte Catria (1702 m), in località Fonte dell’Insollo a quota 1200 m s.l.m. e sfocia nel Mare Adriatico tra Marotta di Mondolfo e Senigallia. Geograficamente, confina a nord con il bacino del fiume Metauro e a Sud con il bacino dei fiumi Misa-Nevola. La sua struttura altimetrica è tipica di corsi d’acqua di natura torrentizia, con piene improvvise concentrate nel periodo invernale ed in quello tardo primaverile. Il fiume scorre nelle proprie alluvioni e nel substrato con andamento sinuoso-meandrante da San Lorenzo in Campo a Monte Porzio, mentre nei pressi della foce assume un carattere rettilineo. Il Cesano nella sua parte alta presenta un profilo marcatamente incassato in litologie prevalentemente calcaree che si sono formate durante l’era mesozoica. Le popolazioni primitive utilizzavano per la fabbricazione dei manufatti, come materia prima, la selce proveniente da queste formazioni. La larghezza media del suo alveo si aggira intorno ai 20-30 metri. La sua portata massima al colmo, secondo i dati del Servizio Idrografico, è di 148 m³/sec alla sezione di misura posta a monte del ponte di Castelleone di Suasa e di 255 m³/sec alla sezione di misura a valle del ponte di Monterado. Alla chiusura del bacino sono stimabili portate annue medie di 5.5 m³/sec e portate estive medie di 2.10 m³/sec. La pendenza molto elevata comporta la tendenza all’erosione, risultando notevolmente accentuata. Il profilo longitudinale, può essere diviso in quattro tratti a differenti caratteristiche di pendenza:
Il Fiume scorre incassato e trasversale alle strutture e presenta uno sviluppo di terrazzi di tutti gli ordini nel versante sinistro, mentre nel destro si notano solo terrazzi di due ordini e poco ampi (Fig. 3). L’andamento NE-SW del corso caratterizza la maggior parte degli affluenti di tale fiume, anche se alcuni di essi presentano un orientamento NW-SE, cioè subparallelo alle strutture tettoniche (fiumi susseguenti). Tra gli affluenti del fiume Cesano ad andamento appenninico si ricordano quelli di sinistra: il torrente Cinisco, che confluisce all’altezza di Pergola; il Rio Freddo e il Rio Maggio, che si presentano anche paralleli tra loro (generalmente i diversi andamenti sono condizionati da strutture tettoniche e dalla maggiore erodibilità delle rocce). Il Rio Freddo nasce a NW di Fratterosa e dopo 2 Km, in un terreno arenaceo-argilloso del Miocene superiore e del Pliocene, riceve le acque di altri tre torrenti. Si immette nel fiume Cesano a SW di San Michele al Fiume e poco prima riceve le acque del Rio Maggio. Il Rio Grande sfocia nel fiume Cesano nei pressi di Ponte Rio dopo aver solcato per tutto il suo corso le colline argillose nei pressi di San Costanzo. Il torrente Nevola, è alla destra del fiume Cesano e vi si immette tra Nidastore d’Arcevia e Castelleone di Suasa; è soggetto ad improvvise piene anche a causa della mancanza di un consistente materasso alluvionale e solca la collina pliocenica in prossimità di Castelleone di Suasa. Il regime torrentizio e le portate minime si hanno nelle stagioni estive come conseguenza elementare della scarsa piovosità, della scarsa capacità d’immagazzinamento e cessione delle acque sotterranee, proprie dei sedimenti alluvionali. Caratteristica rilevante del fiume è la notevole tendenza erosiva in alveo causata da:
Tale tendenza erosiva è evidenziata specie nel tratto di Castelleone di Suasa da un gradino di erosione recente che interessa oltre il deposito alluvionale anche il substrato. La prova di tale scalzamento operato recentemente dal fiume è stato il crollo del ponte di Monterado. Rilevante è anche l’erosione di sponda caratterizzata da grossi distacchi di materiale, ed è particolarmente attiva. Da informazioni raccolte, il fenomeno che ha portato al rapido approfondimento in alveo è iniziato in tempi recentissimi (l’approfondimento è dell’ordine di 20 cm/anno). Sopra sono state accennate le possibili cause dell’erosione del fiume, però è giusto sottolineare le diverse ipotesi formulate per spiegare il fenomeno della recentissima ripresa dell’erosione in alveo. Non è stato possibile accertare esattamente se tale erosione sia stata provocata esclusivamente dall’uomo o se invece sia legata anche a cause di natura geologica (Veggiani, 1963). Si pensava ad una ripresa del sollevamento appenninico con conseguente abbassamento dell’antistante pianura, fenomeno che porta ad una ripresa del ciclo erosivo dei fiumi. Si sono anche valutati gli effetti della sistemazione dei bacini montani; con tali lavori idraulico-forestali si ha una riduzione della portata solida delle acque fluviali e come conseguenza un aumento del potere di erosione e di trasporto del fiume verso la zona a valle. E’ stata formulata un’altra ipotesi, che aggiunta alle altre, può aver contribuito all’abbassamento dell’alveo fluviale, si tratta dell’estrazione rilevante di ghiaia (Veggiani, 1963). Un altro aspetto da non tralasciare è quello climatologico. La temperatura media annua si aggira intorno ai 15-16 gradi nella zona litoranea e ai 13-14 gradi nella zona collinare. La mitezza della temperatura e l’esiguità della differenza di essa tra luogo e luogo dipendono anche dalla vicinanza al mare e in maniera minore dall’esposizione. Le precipitazioni aumentano regolarmente procedendo dalla costa verso l’interno. Proporzionalmente, proseguendo nella stessa direzione, aumenta pure la media dei giorni di precipitazione. Il minimo di pioggia si ha sulla costa: Senigallia 579 mm/anno; ed il massimo nell’entroterra: Fonte Avellana 1592 mm/anno. Il massimo assoluto di precipitazione stagionale si ha in autunno e in primavera nella zona collinare, mentre solo in inverno lungo la fascia litorale. |
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