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Scheda
: 10.08.2005
: 12.07.2007

Ogni coppia aveva la propria stanza da letto, arredata da un giaciglio, da un cassone per la biancheria, da una cassapanca per i vestiti e da un lavabo, costituito da un treppiede che reggeva una bacinella ed una brocca. Il letto era realizzato con due trespoli che supportavano un tavolato, su cui poggiava un pagliericcio, riempito di foglie di granturco. Nel Novecento, con le mutate condizioni economiche, la stanza da letto diventò più confortevole, perché il mobilio di una volta fu sostituito con un comodo letto a lettiera con rete e materasso di lana; il cassone e la cassapanca furono rimpiazzati dal comò e dall’armadio.

Emilio Pierucci
Lo scaldaletto

Quando il termosifone non era ancora entrato anche nella maggior parte delle case popolari, a una persona stanca, dopo una giornata di lavoro in clima invernale gelido, coricarsi nel letto riscaldato con la “monica" e “el pret”, procurava una sensazione di grande sollievo, addirittura di soddisfazione: un piccolo regalo della natura alla povera gente che si accontentava di poco.
“La monica” è una specie di tegame di coccio, con il manico e diverse aperture attorno alla parte superiore, nella quale si mette la brace coperta da uno strato di cenere.
“El pret” è costituito da quattro aste di legno, lunghe poco più di un metro, unite a coppie sovrapposte e distanziate di cm 30.
Le quattro punte delle aste sono collegate fra loro.
Questo aggeggio ha il compito di tenere sollevate le lenzuola. Nella parte centrale, sopra una tavoletta rivestita di latta, viene collocata la monica con dentro la brace. Dopo un’oretta il letto è meravigliosamente caldo.
Per scaldare alla svelta il letto - “per stiepidil” - si usa, meglio si usava, “el scaldalet”, una sorta di tegame di rame con sovrastanti due semicerchi di ferro e un manico per spostarlo continuamente sotto le lenzuola. Lo stesso servizio si può ottenere con la monica, naturalmente con la brace dentro.
Non è difficile trovare ancora alcuni degli oggetti sopra citati.
Per scaldare le mani le donne usavano “el scaldin” con dentro la “burniscia”, cioè carbone di legna misto a cenere (“la carbonella”).
“El scaldin” poteva essere di coccio smaltato o di latta talvolta ricavato da vecchi barattoli della conserva di pomodoro.
“El scaldin” grosso era detto “l’ass de cop”. “El scaldin” era molto usato dalle donne anziane, che lo portavano con se coprendolo con la “paranansa”, quando andavano dalle vicine a scambiare i segreti della loro amicizia, e dalle “tricul”, cioè le venditrici di frutta e verdura in piazza del mercato.

(Da: "La vecchia Fano", AMADUZZI 1981)










Camera da letto, primi del 1900.
Foto Eusebi

Camera da letto di una casa di operai (da AMADUZZI, 1984).

Scaldaletto in legno ("pret") con "monica" al suo interno .
Luciano Poggiani