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: 04.10.2005
: 04.10.2005

I territori delle Marche e dell'Umbria, sin dal periodo preromano, erano attraversati da importanti vie di comunicazioni utilizzate per i traffici commerciali con i porti marittimi del mar Tirreno e dell'Adriatico. Ci• ha contribuito allo sviluppo delle popolazioni italiche insediate in queste regioni promuovendo scambi commerciali e culturali tra i due versanti appenninici.

Con l'avvento dei Romani, le strade più antiche furono riattate e ampliate e più facilmente percorribili. Esse furono elencate con la descrizione delle distanze e luoghi di sosta con le carte dette "Itineraria".

Con la vittoria dei Romani a Sentino nel 295 a.C. sui Galli iniziò l'occupazione del territorio marchigiano. Fu aperta una strada ad est degli Appennini che si pu• definire la "Protoflaminia" che attraverso il Passo di Colfiorito, Camerino, Sentino, Civitalba, terminava a Senigallia. Intorno al 220 a.C. fu realizzata una seconda arteria per opera di C. Flaminio chiamata consolare Flamina. Tra il II e I secolo a.C. il principale porto marittimo dell'Umbria e del Piceno era quello di Ancona.

I traffici commerciali con la costa adriatica furono incanalati sui diverticoli della Flaminia fra cui l'itinerario "Ab Halvillum Anconam".Questa consolare minore percorreva le valli del Cinisco e Cesano.

Stando alla fonte questo diverticolo era di fatto formato da una bretella che univa il tratto della Via Flaminia tra Helvillum(Fossato di Vico) e Calem(Cagli), con la costa adriatica.

Per andare da Cagli a Senigallia in un percorso diverso da quello della Via Flaminia, era necessario puntare verso sud-est passando dalla valle del Burano a quella del Cesano.

L'itinerario Antonini riporta le seguenti località e distanze in miglia:

Helvillum-ad Calem XIV-ad Pirum VIII-Sena Gallica VIII- ad Aesim XII - Anconam VIII.

Con il medioevo il sistema viario cambi• buona parte quello romano. Le strade consolari non pi— curate a seguito delle invasioni barbariche erano quasi impraticabili e malsicure.Le distanze da percorrere erano relativamente brevi ed era importante, soprattutto per la sicurezza, toccare i castelli o gli abitati appartenenti allo stesso feudatario o vescovo.Lungo le stesse o nelle vicinanze delle "Statio", vennero costruite pievi ed abbazie con i rispettivi ospedali che avevano anche la funzione di soccorrere ed ospitare i pellegrini.Questi provenienti dal nord est dell'Europa,scendevano verso Venezia, Ravenna e Rimini riguadagnando la Flaminia o il diverticolo Helvillum-Anconam.

Le molteplici abbazie benedettine presenti nella valle del Cesano, confermano la consolidata presenza dei monaci in questa zona che sin dall'alto medioevo hanno dato un grande sviluppo economico e favorito il passaggio dei pellegrini diretti verso Roma.Lungo l'antico diverticolo che attraversava la valle del Cesano, si trovavano le abbazie di S. Gervasio dei Bulgari, costruita nei pressi della statio di Pirum (o Pirum Filumeni-Mondolfo), S. Ippolito, S. Lorenzo, la pieve di S. Vito, l'ospedale di S. Maria del Ponte Cinisco a Pergola , la pieve di S. Savino e l'abbazia di S. Geronzio a Cagli. Sulla riva destra del Cesano, erano presenti le Abbazie di S. Paterniano in Mampula e di S. Maria in Portuno (Madonna del Piano).

Nelle vicinanze delle rovine del municipio romano di Suasa, una deviazione attraversava la valle del Nevola (Montesecco, Rotondo, Monterosso), raggiungeva Serra S. Abbondio, l'abbazia di S. Croce d'Avellana, Frontone e Cagli.

BIBLIOGRAFIA 
G. RADKE, Viae Publicae Romane, Bologna 1981
M. LUNI, La Flaminia nelle gole del Furlo e del Burano
P. L. DALL' AGLIO, La Viabilit… Romana delle medie valli del F. Cesano e del F. Misa, DSPM, pp325-348
F. UNCINI, Antiche vie tra Umbria e Marche, Mediocredito dell'Umbria, 1995
F. UNCINI, La viabilità antica nella Valle del Cesano, Ass.Monte Porzio cultura, 2004