Presentazione
Indice Generale
Bibliografia
Autori
Luoghi
Lo staff
Link
Contatti
Guida
Glossario
Motore di ricerca

 
Accesso riservato ai curatori della banca dati

Scheda
: 19.07.2005
: 19.07.2005

Amanita phalloides (Vaill.: Fr.) Link

Ordine: Amanitales

Famiglia: Amanitaceae

Descrizione:

Cappello: 5-15 cm, emisferico, convesso, un poco campanulato poi spianato. Margine liscio. Cuticola lucida, brillante a tempo asciutto, viscosa con l'umidità. Separabile, di colore verde molto variabile, da verde-giallastro a verde con riflessi più scuri, a volte di un giallo chiaro sempre con fibrille molto sottili di colore scuro.

Imenoforo: lamelle fitte, libere al gambo, vetricose, con presenza di lamellule. Di colore bianco con riflessi verdastri.

Spore: 8-11 x 7,9 micron, ellittiche, bianche, amiloidi.

Gambo: slanciato, cilindrico, pieno poi cavo, ingrossato dall'alto verso il basso. Di colore bianco con decorazioni  verdastre più o meno evidenti. Anello membranoso pendulo con striature. La volva è membranosa come una guaina che avvolge la parte terminale del gambo che è bulbosa.

Carne: bianca, appena verdastra sotto la cuticola. Odore tenue nel giovane, poi ripugnante a maturazione inoltrata. Sapore dolce.

Commestibilità: velenoso, mortale.

Habitat: boschi di latifoglie; meno frequente sotto conifere. Estate-autunno. Comunissimo.

Note: l'avvelenamento è quasi sempre mortale. Si manifesta dopo 8-24 ore con vomito e diarrea; poi iniziano disturbi psichici, crampi muscolari, vertigini, grande sete, poi problemi epatici, con l'ingiallimento della pelle e degli occhi. Le tossine falloidine hanno azione rapida e sono le meno dannose mentre le tossine amanitine hanno una azione più lenta e sono quelle che provocano i danni più gravi, che purtroppo portano alla morte.

Raccomandazioni: chi va per funghi lo deve conoscere molto bene e deve essere in grado di riconoscerlo in tutti i suoi stadi di crescita e deve avere sempre presenti i caratteri più distintivi.










Amanita phalloides.
Luciano Polidori

Amanita phalloides.
Luciano Poggiani