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Scheda
: 00.00.2005
: 18.03.2005

Gli incolti erbosi sono caratterizzati da omogeneità del territorio, presenza massiccia di graminacee e scarsi cespugli. Queste aree aperte, quando sono di una certa estensione, rappresentano il luogo di sosta ideale per diverse specie svernanti e migratrici. Raramente rimangono prati stabili, dato che si avvicendano con coltivazioni e con distese di stoppie o di erbe infestanti.

Fra le specie più interessanti e rare possiamo annoverare le Oche (granaiola, selvatica e lombardella), che sostano in queste aree per nutrirsi di erbe e scarti delle coltivazioni; le Gru e le Cicogne (nera e bianca), ma anche il Chiurlo maggiore e il Chiurlo piccolo, con il loro becco lungo e ricurvo verso il basso, sempre in cerca di invertebrati. Pure in inverno compaiono la elegante Pavoncella (in stormi spesso numerosi) o i più mimetici Piviere dorato e Pivieressa ed in qualche caso in primavera il Piviere tortolino, un Caradride che nidifica nelle montagne più alte del Centro Italia.

Abitanti stabili di questo ambiente erano la Starna e il Fagiano; la prima è ormai quasi scomparsa, mentre il secondo subisce delle forti oscillazioni numeriche, a causa dell'attività venatoria.

Quando l'inverno lascia il posto alla primavera arrivano per nidificare altri abitanti delle distese erbose: la Quaglia (in calo), l'Allodola e la Tottavilla (anche sedentarie), l'Ortolano, la Calandrella, il simpatico Saltimpalo e un elegante rapace, l'Albanella minore, la quale nidifica nelle erbe alte o nei campi di grano, orzo ed erba medica delle colline.

Durante la primavera e l'autunno il Prispolone è l'ospite abituale degli incolti erbosi; questa specie si sposterà in montagna in estate ed in Africa in inverno. In questa stagione le zone erbose sono popolate anche da Pispole e Calandri (tutti e due molto mimetici), dalla canora Allodola e da un formidabile predatore di uccelli e roditori, l'Albanella reale. Sono invece di comparsa occasionale, o rarissima, la Calandra, la Cappellaccia e l'Occhione.