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Scheda
: 15.01.2005
: 05.04.2005

Triturus carnifex (Laurenti, 1768) - Tritone crestato italiano

Nome volgare: Tritone crestato italiano

Nomi dialettali: Taràngula, Salamandra, Mèscola

Ordine: Urodela

Famiglia: Salamandridae

Caratteri distintivi e note tassonomiche: lunghezza totale solitamente di 15-17 cm, raramente fino a 20 cm. Dorso di colore scuro, gola scura con punteggiatura chiara, parti ventrali del tronco giallastro-aranciate o rossastre, con macchie più o meno estese e nerastre. Il maschio nel periodo riproduttivo presenta una cresta dorsale frastagliata estesa su tutto il corpo; le femmine, di dimensioni maggiori e prive di cresta, spesso mostrano una striscia gialla dorsale. Giovane metamorfosato privo di cresta, con dorso di colore scuro percorso da una stria giallastra. Larva con cresta dorsale a profilo nettamente convesso, con ampie macchie scure; coda ad apice acutamente appuntito. Branchie esterne. Considerata in precedenza una sottospecie di Triturus cristatus (Laurenti, 1768).

Specie simili (adulti): si può confondere con Triturus alpestris (specie non rivenuta nella valle del Cesano), che però ha ventre giallo-arancio privo di macchie scure nella zona mediana.

Biologia: al di fuori della stagione riproduttiva il Tritone crestato italiano è terragnolo. Sverna nel terreno sotto sassi, ceppaie di alberi e la lettiera di foglie. Si nutre di artropodi, anellidi, uova e girini di altri anfibi. Il periodo riproduttivo varia in genere, a seconda dell' altitudine, da aprile a maggio. Le uova vengono deposte singolarmente o più di rado a coppie attaccate a foglie di piante. Le larve metamorfosano dopo circa 3 mesi dalla schiusa.

Distribuzione in Italia: presente in tutta la penisola italiana e sino alle Alpi, dove si rinviene T. cristatus. Assente nelle isole.

Distribuzione nella Valle del Cesano: pur essendo l’urodelo più diffuso sia localmente che a livello regionale, la distribuzione del Tritone crestato è limitata a pochissime stazioni nella media e bassa valle del Cesano (dintorni di Mondolfo, Monte Porzio e San Costanzo), mentre nella parte alta del bacino si rinviene con più frequenza soprattutto in piccoli stagni, pozze d’abbeverata e fontanili. Non è mai stato osservato in ambienti lotici (fiume, ruscello, torrente, ecc.), ad esclusione di alcuni canali di irrigazione e fossi temporanei.

Habitat accertati: specie presente in un numero elevato di ambienti. Predilige per la riproduzione acque ferme o con correnti molto deboli, quali stagni, laghi, pozze, abbeveratoi e fossi. Nel resto dell’anno frequenta vari ambienti situati in zone limitrofe: zone erbose, boschi, campi e talora nuclei abitati.

Normative di tutela: specie protetta in base alla Convenzione di Berna del 19-9-1979 (Allegato II); specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa in base alla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE del 21-5-1992 (Allegato IV).








Tritone crestato.
Luciano Poggiani

Tritone crestato, lato ventrale. Laghetto presso Caresto, bacino T.Meta
Luciano Poggiani

Femmina di Tritone crestato italiano. Barchi (PU)
Christian Cavalieri

Larva di Tritone crestato italiano, Fano
Christian Cavalieri

Carta di distribuzione 2002 (legenda in: come leggere le schede)
DISTRIBUZIONE NALLA SOLA PROVINCIA DI PESARO-URBINO

Alessandro Aguzzi