Presentazione
Indice Generale
Bibliografia
Autori
Luoghi
Lo staff
Link
Contatti
Guida
Glossario
Motore di ricerca

 
Accesso riservato ai curatori della banca dati

Scheda
: 09.11.2005
: 09.11.2005

Gli eventi di aggradazione rappresentano brevi inversioni della tendenza a lungo termine all'incisione indotta dalla tettonica; tali eventi possono essere maggiori (il risultato di perturbazioni climatiche) o minori (il risultato di risposte complesse alle perturbazioni). L'aggradazione è generalmente determinata dalla incapacità del corso d'acqua di trasportare tutto il suo carico di fondo a causa della diminuzione di portata e/o dell'aumento della quantità e granulometria del carico di fondo stesso (cf. COLTORTI, 2004)

Gli spessori delle alluvioni di fondovalle di differenti età lungo segmenti di corsi d'acqua in sollevamento, fornisce misure relative dell'intensità di successive perturbazioni climatiche, o per determinati eventi principali di aggradazione quando si eseguono confronti fra bacini di drenaggio adiacenti. Queste risposte geomorfologiche a cambiamenti climatici sono modulate da erodibilità delle rocce che costituiscono le aree di produzione detritica del bacino di drenaggio. L'aggradazione dei fondi vallivi indotta da cambiamenti climatici subisce tipicamente una accelerazione, poi decelera prima di cessare quando viene attraversata la soglia di energia critica (Bull, 1991). Con l'inizio della reincisione resta preservata una superficie di aggradazione; questo tipo di terrazzo di riempimento è l'aspetto fondamentale dei terrazzi climatici. Le superfici di aggradazione possono essere sepolte da episodi successivi di aggradazione fino a quando l'intervento di incisione indotta dalla tettonica non abbassa il canale attivo in modo sufficiente da far sì che le nuove superfici di aggradazione vadano a formarsi a quote inferiori rispetto alla superficie più antica.

I cambiamenti climatici tardo-quaternari hanno prodotto sia "rimontante" delle valli con depositi ghiaiosi, sia la successiva incisione del riempimento alluvionale.[fig. 4]

Nell’area marchigiana, l’evoluzione del paesaggio e del reticolo idrografico sono stati sicuramente influenzati dagli importati sollevamenti tettonici quaternari (GUERRERA et al.,1979, AMBROSETTI et al., 1981;1982, DUFAURE et al.,1989 e DRAMIS, 1992). Il sollevamento tettonico recente è testimoniato da numerosi indizi geomorfologici quali incremento dell’incisione valliva, attivazione di grandi frane, ecc.. Questi elementi, oltre ad mettere in evidenza un sollevamento generalizzato, ne hanno evidenziato un incremento a partire dalla fine del Pleistocene inferiore (cf. BISCI & DRAMIS, 1991; FANUCCI et al., 1996; CALAMITA et al., 1999). Una ulteriore testimonianza del sollevamento proviene dalla distribuzione areale e l’evoluzione dei corpi alluvionali pedemontani del Pleistocene medio, del bacino del Metauro (NESCI et al., 1993) e di vari altri settori dell’Appennino marchigiano-romagnolo (cf. SAVELLI et al., 1994; NESCI et al., 2002).

È proprio in questo contesto morfodinamico di sollevamento generalizzato che si sono sviluppati i terrazzi che caratterizzano le valli marchigiane e che evidenziano almeno quattro maggiori fasi di aggradazione (cf. FANNUCCI et al., 1996; NESCI et al., 1995). L’apparente problema del verificarsi di importanti eventi di aggradazione in un territorio che sta sollevandosi, viene chiarito da studi recenti che portano a concludere che le maggiori fasi di aggradazione dipendevano, non tanto da motivi eustatici e/o tettonici, ma da cause climatiche (cf. ALESSIO et al., 1979; COLTORTI, 1979; CREMASCHI et al., 1979; COLTORTI, 1981). Questa interpretazione si basa su valutazioni radiometriche, pedostratigrafiche, ecc, e ci da la possibilità di attribuire periodi freddi alle maggiori fasi di aggradazione (cf. COLTORTI et al., 1991; CALDERONI et al., 1991; NESCI et al., 1995).

Si è in seguito riconosciuta una notevole complessità dell’aggradazione dei fondi vallivi, con comportamenti spesso antagonisti, espressi da ripetuti fenomeni di “cut-and-fill” (CALDERONI et al., 1991a).

Il ruolo della tettonica è da ritenersi responsabile della distribuzione dei terrazzi (sia d’erosione che con deposito) su dislivelli di 150-350 m (cf. CALAMITA et al., 1999; MAYER et al., 2003 cum bibl.). Più in particolare, SAVELLI et al. (1984) imputano al clima l’aggradazione dei fondi vallivi, ma riconducono la profonda escavazione dei solchi vallivi nelle rocce del substrato agli effetti combinati del sollevamento, che divengono più efficaci fra una fase fredda e l’altra.










fig.4 - Reticolo idrografico dell' area nord-marchigiana in rapporto alle principali morfostrutture.