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Scheda
: 09.11.2005
: 09.11.2005

A volte delle superfici d'erosione piatte sono ricoperte da livelli più o meno spessi e continui di alluvioni; altre volte, i depositi alluvionali ricoprono un substrato eroso in modo irregolare, caratterizzato da marcati rilievi e depressioni. [fig. 3]

In entrambi i casi, l'incisione della scarpata interessa sia l'alluvione che la roccia in posto per cui, semplicemente sulla base della costituzione litologica del corpo, il terrazzo può essere definito "poligenico".

Sulla base dei loro rapporti reciproci (cf. SCHUMM, 1977; COLTORTI, 2004), i terrazzi vengono detti "liberi" (o "a ripiani") se sulla scarpata che separa due superfici successive affiora il substrato roccioso o alluvioni più antiche. Al contrario, vengono detti "incastrati" quando fra due superfici successive non affiora roccia in posto e le scarpate sono quindi incise nel solo riempimento alluvionale, di modo che i terrazzi più recenti poggiano sopra o sono giustapposti ad alluvioni più antiche reincise. Può anche presentarsi il caso che uno o più terrazzi (deposizionali, d'erosione o poligenici) vengano ricoperti durante una fase di aggradazione successiva sufficientemente intensa e rimangano sepolti al di sotto di una piana alluvionale o, se questa viene a sua volta successivamente terrazzata, rimangano compresi all'interno di quest'ultima unità terrazzata. In questi ultimi due casi possiamo parlare di "terrazzi sepolti". E' evidente che fra le tre categorie suddette possono esistere varie forme intermedie (p. es., terrazzi parzialmente incastrati).

Una volta descritti e classificati dal punto di vista morfologico - stratigrafico, è necessario chiedersi come si sono formati ed evoluti i terrazzi riconosciuti in una certa valle. Per risolvere questo problema è necessario analizzare dettagliatamente le cause di formazione di un terrazzo e introdurre criteri di classificazione genetica.

I terrazzi vallivi riflettono l'alternarsi di fasi di costruzione di piane di fondovalle tramite alluvionamento e/o erosione laterale con fasi durante le quali l'erosione verticale incide i gradini che separano le superfici più antiche da quelle più recenti. In periodi in cui l'erosione verticale è virtualmente assente o circoscritta a fasi stagionali, la creazione di una piana di fondovalle implica quasi sempre un'erosione laterale (spianamento) notevole, che viene molte volte ad assumere una incisività maggiore rispetto all'effetto dell'aggradazione. Per la maggior parte dei terrazzi, la durata delle fasi di prevalente erosione laterale è molto maggiore sia di quelle di aggradazione che di quelle di incisione verticale (BULL, 1991). Il gradino che separa un livello di terrazzamento dal successivo implica un incremento dell'energia del corso d'acqua.

Affrontando lo studio dei terrazzi da un punto di vista genetico, è bene focalizzare l'attenzione sugli eventi di aggradazione e incisione, che rappresentano allontanamenti dalle condizioni di equilibrio di un sistema fluviale.

In ciascuna fase dell'evoluzione di una valle, l'incisione o la costruzione di una piana sono legati da un punto di vista generale al controllo principale esercitato dai movimenti tettonici e dal livello di base (sia principale che secondario) mentre, più in particolare, le azioni di erosione verticale e laterale, trasporto e sedimentazione dipendono direttamente dalla portata e dalla quantità e natura del carico (BULL, 1991). I terrazzi devono riflettere quindi variazioni del tasso di sollevamento tettonico di una certa area, del livello di base e dell'energia del corso d'acqua, parametri che possono variare indipendentemente uno dall'altro, oppure congiuntamente.










fig.3 - Affioramento sito nelle vicinanze di Cà Rossi, S.Lorenzo in Campo.
Si può osservare come la fase erosiva abbia modellato il substrato argillo-marnoso
con una superficie netta, e come la successiva fase di aggradazione alluvionale eterogenea abbia ricoperto la superficie stessa.