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Scheda
: 09.11.2005
: 09.11.2005

[fig.2]Un terrazzo è una superficie suborizzontale o a debolissima inclinazione che interrompe la continuità di un pendio. Come tale rappresenta quindi una forma del rilievo che esprime una particolare irregolarità nel profilo di un versante. Nella maggior parte dei casi, i versanti assumono profili trasversali terrazzati, costituiti da insiemi di spianate, gradini e/o rotture di pendio, che evidenziano la ripetitività dei processi di terrazzamento durante la loro storia evolutiva.

Di seguito viene elencata la nomenclatura utilizzata nel presente lavoro di tesi per identificare gli elementi di un terrazzo:

  • Superficie. Porzione suborizzontale o a debole inclinazione pensile sul fondovalle.
  • Scarpata. E' la fascia costituita dall'insieme di dirupi, pendii più o meno acclivi e/o semplici rotture di pendio che circondano verso l'esterno la superficie; può avere inclinazioni variabili da pochi gradi a subverticale.
  • Cornicione. Nel caso di spianate molto strette e/o assenti o molto rimodellate, la distinzione superficie/scarpata è difficoltosa e non ha importanza pratica. Superficie e scarpata vanno praticamente a fondersi in un unico elemento che può essere definito "cornicione".
  • Bordo (o ciglio) della scarpata. È la linea che delimita verso l'esterno la superficie separandola dalla scarpata.
  • Limite interno (o superiore). È la linea di separazione fra la spianata e la scarpata del terrazzo precedente o il versante. È spesso mascherato da coperture detritiche, colluvium, ecc. È assente nel caso di terrazzi di spartiacque.
  • Limite esterno (o inferiore). È la linea virtuale che separa la base della scarpata dal versante "extra-terrazzo". La sua individuazione non è sempre agevole. A volte, infatti, la scarpata può avere una inclinazione simile a quella del versante "normale". In altri casi (v. "Terrazzi liberi, sepolti e incastrati") può essere ricoperto da terrazzi più recenti.
  • Corpo del terrazzo. E' la porzione solida sottesa all'insieme superficie-scarpata.

La definizione di terrazzo può essere associata al termine “vallivo", che indica in modo generico quei terrazzi, qualunque sia la loro morfologia o costituzione litologica, attualmente racchiusi o che sono stati racchiusi fra fianchi di valli fluviali o torrentizie attuali e/o relitte. Un terrazzo vallivo è un lembo relitto di un precedente fondovalle rimasto pensile in seguito a fasi di approfondimento dell'alveo. I terrazzi vallivi riflettono quindi alterne azioni di approfondimento e stazionamento del corso d'acqua.

Il termine "terrazzi vallivi" è da preferirsi ad altri correntemente utilizzati. Ad esempio, l'uso del termine "terrazzi fluviali" è spesso inadeguato in quanto non tutti i terrazzi sono strettamente fluviali. Analogamente, la dizione "terrazzi alluvionali” è spesso restrittiva: non tutti i terrazzi, infatti, comprendono depositi alluvionali (cf. "Terrazzi d'erosione") e nel corpo del terrazzo le alluvioni possono intercalarsi e/o essere associate a depositi differenti.

Dato che i terrazzi vallivi rappresentano resti di antichi fondi vallivi, è opportuno introdurre il termine "livello dei terrazzi" (cf. FAIRBRIDGE, 1968) per indicare la superficie dell'antico fondovalle ricostruita correlando le sommità opportunamente selezionate dei terrazzi stessi. Tali ricostruzioni vanno eseguite con estrema cautela a causa delle differenze di quota (sia "positive" che "negative") fra il livello dei terrazzi e la superficie del terrazzo, determinate nella maggior parte dei casi








fig.2 - Schematizzazione e nomenclatura dei terrazzi fluviali.
Da COLTORTI, 2004