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Scheda
: 09.11.2005
: 09.11.2005

Sono rappresentate da depositi prevalentemente "fini" del torrente Nevola e del Rio Freddo e affluenti minori. Con tale unità si considerano tutte le aree la cui morfologia è stata condizionata dal rispettivo affluente, sia attraverso fasi erosionali che deposizionali. Sono unità terrazzate le cui superfici raggiungono spesso quote molto basse (fino quasi al livello dell’area esondabile) tramite almeno una ripida scarpata alta diversi metri. Le superfici dei terrazzi sono poste alla quota media di 10m sui rispettivi alvei attivi e presentano una molto bassa percentuale di elementi ghiaiosi, di piccole dimensioni e arrotondati. [fig. 13]

In questo contesto sono stati compresi depositi di conoidi alluvionali, derivanti dalla deposizione di materiale da parte di affluenti gerarchicamente minori al loro sbocco nella valle principale. Questi sono depositi fini che vanno in parte a sovrimporsi anche ai sintemi più antichi. [fig. 14]

ALLUVIONI ATTUALI

[fig. 15] Sono i depositi che si trovano all’interno dell’alveo attuale, delle aree esondabili.

I depositi dell’alveo attuale
sono composti essenzialmente da ghiaie, e sono riferibili al letto di piena del fiume. Questi depositi, a causa della loro “giovinezza”, si trovano lungo l’intero tratto vallivo, anche se a volte il loro spessore si riduce a poche decine di centimetri poggianti sul substrato. La loro continuità da monte verso valle è spesso interrotta dalla presenza di briglie di contenimento che spezzano il profilo longitudinale originario, innescando locali processi di incisione accelerata.
Le alluvioni delle aree esondabili
sono ghiaie associate a subordinate sabbie, limi e argille, spesso fissate da una fitta vegetazione. Le ghiaie sono sostanzialmente omogenee e di medio-piccola dimensione (circa 3cm). Questi depositi, di estensione laterale molto variabile, bordano, in maniera pressoché costante, il fianco dell’alveo attuale, anche se a volte la loro presenza è preclusa da strozzature del fondovalle (nel caso dell’estrema incisione verticale del corso d’acqua), oppure interrotta dalla presenza di roccia madre affiorante in prossimità dell’alveo. Lo spessore, difficile da apprezzare, si dovrebbe aggirare intorno ad un metro; la superficie espone spesso elementi ciottolosi di dimensioni di qualche decimetro anche non particolarmente arrotondati e appiattiti.
I depositi detritico-alluvionali
dei corsi d’acqua minori sono litologicamente composti da materiale sabbioso-limoso con presenza minore di argilla mio-pliocenica e occasionalmente ghiaie di piccole dimensioni provenienti dalle alluvioni che incontra nel suo percorso trasversale alla valle. Questi corsi d’acqua secondari incidono drasticamente i corpi alluvionali nei periodi piovosi, mentre ristagnano in quelli secchi, lasciando al fondo, ampio mediamente 3m, materiale melmoso spesso vegetato.








fig.13 - Conoide alluvionale allo sbocco di una vallecola che dal versante orientale confluisce nel fiume Cesano.

fig.14 - Alveo del fiume Cesano appena a valle dell’ultima briglia
all’interno dell’ansa fluviale di San Michele al Fiume.