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Scheda
: 29.10.2005
: 29.10.2005

L’insistente sollevamento che interessava tutto il territorio dell’Appennino Umbro-Marchigiano, provocò conseguenze maggiori lungo le dorsali, con un incremento del rilievo e, di conseguenza, un progressivo approfondimento dell’erosione. Inoltre, a causa della composizione fortemente calcarea dei litotipi presenti, le dorsali stesse assumevano uno “stacco topografico” sempre maggiore

Alla fine del Pleistocene inferiore un brusco sollevamento ha interessato tutta l’Italia centrale. Tale sollevamento aumentò il potere erosivo delle acque correnti incanalate che rimodellarono il paesaggio precedente con un forte approfondimento delle valli fluviali (BISCI et al., 1998).

Oltre all’azione tettonica, l’evoluzione del rilievo fu fortemente condizionata dall’alternanza nel tempo di climi nettamente differenti, che durante il Quaternario sottoponevano l’area a passaggi da condizioni nettamente più fredde di quelle attuali a condizioni temperate. Gli effetti di tali cambiamenti climatici sono tuttora rilevabili. Ad esempio, la presenza di ghiacciai instauratisi sui rilievi maggiori durante i periodi più freddi (fasi glaciali), produssero tipiche forme di erosione e deposito quali circhi glaciali, vallate a “U” e morene (SAVELLI et al. 1995). Altri indicatori di clima freddo sono depositi di loess, rinvenuti in più parti delle Marche ed i depositi detritici stratificati di versante.

Oppure ancora, le variazioni climatiche globali e il progressivo sollevamento tettonico regionale e locale, originarono generazioni (ordini) di depositi alluvionali terrazzati, molto importanti per la comprensione delle fasi evolutive degli ambienti in cui si formarono. Il ringiovanimento dei versanti ha determinato anche l’attivazione di vasti e diffusi movimenti di massa.

La morfologia del territorio marchigiano, nel suo complesso, mostra un forte contrasto tra la porzione occidentale prevalentemente montuosa e quella orientale essenzialmente collinare che si estende fino al litorale Adriatico.

La prima è caratterizzata (cf. BISCI & DRAMIS,1991) dalla presenza di due dorsali montuose (con quote non di rado superiori ai 1.000m s.l.m.) costituite per lo più da rocce calcaree mesozoiche aventi assetto anticlinalico o anticlinorico, separate da depressioni collinari corrispondenti ad affioramenti terrigeni cenozoici disposti a sinclinale o a sinclinorio. Gran parte dei rilievi montuosi presenta superfici sommitali poco acclivi testimoni di un’antica morfologia a debole rilievo (COLTORTI & PIERUCCINI, 1999).

La fascia orientale è invece caratterizzata da un paesaggio molto più dolce, modellato su una estesa struttura monoclinalica formata da termini terrigeni immergenti verso circa NE e localmente interrotti da motivi plicativi minori.

Tutte le strutture suddette sono disarticolate in blocchi da sistemi variamente orientati di faglie, alla cui attività si deve anche l’individuazione dei rilievi più elevati (CICCACCI et al., 1985).