II.1 I RITROVAMENTI

L’incessante opera di erosione ed incisione del fiume Cesano, che continua ininterrotta ormai dall’epoca dell’ultima glacaiazione, quella di Würm, quando era stata abbandonata per depositare l’enorme carico di detriti provenienti dalle aree montane, ha portato alla luce un grande tesoro altrimenti sconosciuto.

La serie di ritrovamenti, avvenuta quasi con continuità per l’intera lunghezza del fiume Cesano, indicano la probabile presenza di una foresta arborea lungo il corso del fiume stesso tanto tempo fa.


Figura 3: Estensione della Foresta Fossile

L’importante scoperta è avvenuta da parte del gruppo di lavoro Nose dell’Università di Urbino, che ha rilevato un tronco con incipiente fossilizzazione nell’alveo del fiume Cesano, nei pressi di San Lorenzo in Campo, dando il via ad una serie di sopralluoghi e ad una campagna di ricerca approfondita lungo il corso del fiume stesso.

È stata condotta l’analisi dell’alveo fluviale e delle sue sponde partendo dall’abitato di Castelvecchio, nel comune di Monte Porzio, seguendo l’andamento dell’asta fluviale principale e procedendo in direzione Nord-Est / Sud-Ovest e cioè dalla foce verso le sorgenti (Figura 4).

L’indagine ha coinvolto gran parte del corso del fiume, tralasciando quelle zone dove, per problemi vegetazionali o di morfologia stessa del corso d’acqua, era impossibile addentrarsi.

Il primo passo di indagine comprende quella parte del fiume Cesano che va da dagli abitati di Castelvecchio fino alla confluenza con il Fosso di Rialdone (Figura 5). In questa zona è stato rinvenuto il più alto numero di siti di ritrovamento. In particolare, procedendo sempre dalla foce verso le sorgenti, sono stati segnalati sei siti contenenti tronchi fossili o resti di essi sulla parte destra dell’alveo e due sulla parte sinistra.

I siti di ritrovamento sono stati numerati in modo crescente con numeri interi partendo dal primo ritrovamento effettuato.


Figura 4: Zone di studio e dei ritrovamenti

Figura 5: Siti di ritrovo presso Monte Porzio

Il sito n.1 si trova nella sponda destra del fiume, appena al di sotto del livello medio delle acque. In questo sito, dal margine del corso d’acqua, spunta in modo ortogonale un tronco o parte di esso racchiuso ed inglobato da sabbie e argille.

I siti n.2 (Figura 6) e n.3 (Figura 7) si trovano a circa 100 metri a sinistra del “parco della vita” all’interno dell’alveo fluviale, al di sotto del livello medio delle acque. Qui diversi tronchi spuntano dall’alveo stesso ancora in posizione vitale. é possibile osservarli solo nei periodi di secca o bassa portata delle acque, infatti, nelle stagioni di pioggia, restano nascosti sotto il livello del fiume.


Figura 6: Resti della Foresta Fossile nel sito N°2

Figura 7: Resti della Foresta Fossile nel sito N°3

Il sito n.4 è ubicato sulla sponda sinistra del fiume proprio di fronte al sentiero che dal “parco della vita” porta all’alveo fluviale. Si tratta di resti lignei racchiusi da sabbie ed argille.

I siti n.5, n.6 e n.7 sono i più ricchi dal punto di vista quantitativo; si trovano, infatti, a circa 300 metri dal “parco della vita”, nella sponda destra del fiume all’altezza di una scarpata di circa 5 metri erosa dal corso d’acqua stesso. Il sito n.5 (Figura 8) comprende diversi resti situati a circa 80 centimetri da terra, mentre il sito n.6 (Figura 9-10) è a livello del suolo e contiene circa 4 tronchi e numerosi altri resti di essi.


Figura 8: Resti della Foresta Fossile nel sito N°5

Figura 9: Sito di recupero N°6

Figura 10: Tronco prelevato dal sito N°6

Il sito n.7 è situato a circa 3 metri dal suolo e consiste di resti lignei estremamente anneriti (Figura 11-12).

Il sito n.8 si trova nella parte sinistra del corso del fiume, nei pressi di un meandro abbandonato a circa 200 metri dal sito n.7.

Dagli otto siti riscontrati sono stati prelevati campioni lignei e campioni di sabbie e argille inglobanti i tronchi e i resti di essi, inoltre sono stati recuperati quattro tronchi: uno dal sito n.3 e tre dal sito n.6.


Figura 11: Sito di recupero N°7

Figura 12: Resto fossile nel sito N°7

Il secondo passo di indagine lungo il corso del fiume va dall’inizio degli abitati di San Michele al Fiume fino ad un mulino in disuso chiamato comunemente “molino del Perugino” (Figura 13). In questa seconda zona, i ritrovamenti sono stati assai ridotti, con solamente due siti, il n.9 (figura 14) sulla parte nord dell’asta fluviale e il n. 10 su quella sud. Dai due siti non sono stati prelevati campioni e neppure recuperati tronchi o resti di essi.


Figura 14: Resti fossili nel sito N°9

Figura 13: Siti di ritrovo presso San Michele al Fiume

Il terzo passo di indagine (figura 15) si riferisce al corso del fiume Cesano compreso tra l’inizio degli abitati di San Lorenzo in Campo e gli abitati di Nidastore. Anche in questa zona i ritrovamenti non sono stati numerosi ed i siti rilevati solamente due, il n.11 (figura 16) ed il n.12 (figura 17), entrambi sulla parte sinistra del corso d’acqua. Entrambi i siti si trovano sotto il livello medio dell’acqua e contengono resti lignei racchiusi da sabbie ed argille.


Figura 16: Resti fossili nel sito N°11

Figura 15: Siti di ritrovo presso San Lorenzo in Campo

Figura 17: Recupero di un tronco dal sito N°12

I tronchi fossili recuperati ed i resti di essi sono quindi i testimoni odierni di un paesaggio imponente e altrimenti sconosciuto di un passato più o meno lontano.