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: 06.08.2005
: 06.08.2005

La Chiesa Parrocchiale, intitolata ai Santi Cristoforo e Costanzo, iniziò ad essere costruita nell'anno 1570, nella parte meridionale del Castello di San Costanzo, recuperando la struttura di un antico e capiente salone.

Insieme alla Chiesa si dette inizio anche alla costruzione dell'annessa Torre (1570).

Le spese vennero equamente suddivise fra il Rettore ed i Pubblici Rappresentanti del tempo con la sottoscrizione, il 27 marzo 1569, di un'apposita convenzione "quando fu fabbricata questa Chiesa Collegiata, dico meglio, quando fu fabbricata insieme col Campanile, fusse fatta a spese, tanto del Rettore della Chiesa di quel tempo, tanto della Comunità: e che ciò consta da pubblici Capitoli di Convenzione fatti di quel tempo tra la Comunità, e Rettore, e che anco consta dalla Bolla di Paolo Quinto, quando eresse questa Chiesa, che prima era plebania, in Collegiata" (Archivio Vescovile di Fano).

Nel 1573 i lavori erano già terminati, rettore della Chiesa era il nobile fanese Don Francesco Maria Rusticucci Protonotario Apostolico.

Il modesto status di Pieve non si addiceva tuttavia a questo tempio così importante oltreché elegante nella struttura, né soddisfaceva gli abitanti di San Costanzo, terra notevolissima e ricca di tradizioni religiose. Già nel 1585, in seno al Consiglio Comunale, si iniziò a discutere sulla possibilità di implorare al Santo Padre l'elevazione al rango di Collegiata.

Il 6 ottobre 1607, nella generale esultanza, Papa Paolo V concedeva benignamente l'ambito privilegio con la Bolla In supernae apostolicae dignitatis specula.

La Bolla era nunc pro tunc, ora per allora, in pratica la Collegiata avrebbe iniziato a funzionare come tale solo alla morte dell'ultimo Pievano don Giulio Cesare Bambini, avvenuta nel 1619.

Il 19 giugno 1619 si insediava solennemente il primo Reverendissimo Capitolo della Collegiata formato da un Arciprete, sei Canonici e due Mansionari Beneficiati.

Al momento dell'erezione vennero assegnati alla Collegiata i beni della soppressa Pievania, alcuni fondi furono donati dai fedeli ed altri acquistati nel corso degli anni.

Nella Chiesa venne eretta anche la Cappella Musicale, con atto notarile del 5 ottobre 1700, grazie ad una disposizione testamentaria del Canonico di San Costanzo Gregorio Balducci.

Nel 1784 si iniziò a costruire, accanto alla Chiesa, la nuova Casa Collegiale, destinata ad abitazione degli Arcipreti Parroci pro tempore ed in parte ad uso del Capitolo.

Sua Santità Papa Pio VI, con Lettere Apostoliche del 21 maggio 1792, concedeva al Capitolo della Collegiata la facoltà di sostituire l'antica Almuzia (mantello di pelliccia con cappuccio) con Rocchetto e Mozzetta, abito distintivo segno di maggiore dignità.

Nel 1810, il governo di napoleonica memoria, tentò di sopprimere la Collegiata destinando i relativi beni al viceré d'Italia Eugenio Beauharnais.

L'atto di soppressione non trovò conferma da parte di alcuna Autorità Ecclesiastica e non ebbe mai efficacia.

I Parroci della Chiesa dei Santi Cristoforo e Costanzo conservano tuttora l'Arcipretura in titulo con facoltà di vestire rocchetto e mozzetta, in forza delle sovrane pontificie disposizioni ancora oggi nel loro pieno vigore.

L'Ordinario diocesano potrebbe inoltre legittimamente conferire il titolo onorifico di canonico della Collegiata.

L'interno

Nella Chiesa, come era consuetudine, furono costruiti venti Sepolcri dei quali due di pertinenza della Venerabile Confraternita del Santissimo Rosario, uno destinato alle sepolture comuni, uno per gli Angioli, quello in mezzo alla navata per i sacerdoti ed i rimanenti per le numerose famiglie gentilizie che abitavano San Costanzo.

La sepoltura centrale, aperta con specia le permesso, dopo la rimozione di una lapi de in marmo (visibile al centro della navata) ed una sotto stante stante in legno, ha dato modo di vedere alcuni scheletri deposti in una piccola stanza, alla quale si accede per una scala in pietra di tre gradini.

Il piccolo ambiente è poi diviso da due pareti laterali, di recente costruzione, da altri spazi che contengono una certa quantità di ossa.

II 23 settembre 1831 la Congregazione Sanitaria di San Costanzo vieta la tumulazione dei cadaveri nella Chiesa, in osservanza all'articolo 9 del Regolamento Sanitario della Sacra Consulta.

La stessa Commissione Sanitaria ritenne pure necessario un urgente spurgo delle tombe per estirpare le putride esalazioni tramandate dall'infetto terreno.

La Chiesa Parrocchiale conta al suo interno sette Altari la cura dei quali era un tempo affidata al Capitolo, a facoltose famiglie del luogo oppure alle numerose antiche Confraternite.

Ogni altare aveva un suo corredo con preziose suppellettili e propria titolatura.

Chi ne aveva la competenza, o ius patronatus, era vincolato dall'obbligo di farvi celebrare la Santa Messa in stabiliti periodi dell'anno.

Nell'altare maggiore si trova un Coro in noce con dodici posti canonicali, lo stesso altare è ornato da una splendida tela raffigurante La Madonna con i Santi Cristoforo e Costanzo (sec. XVIII) attribuita a Gaetano Lapis di Cagli.

Al di sopra, nella cimasa, è posta una piccola tela raffigurante l'Eterno Padre.

Nel primo altare di destra, entrando in chiesa, si conserva un Presepe del 1580 dell'arceviese Ercole Ramazzani.

Il secondo altare di destra è collocato all'interno della Cappella dedicata al Santissimo Sacramento, abbellita da quattro medaglioni con gli Evangelisti e due tele raffiguranti una Lavanda dei piedi e l'Ultima Cena.

In due nicchie laterali allo stesso altare, si conserva una statua lignea raffigurante San Costanzo Vescovo del 1729 ed un'urna dorata contenente la Reliquia del braccio del Santo Protettore ed altri reliquiari di Santi.

Il terzo altare di destra è contornato da quindici formelle con i Misteri del Rosario (sec. XVII).

Nel primo altare di sinistra, entrando in chiesa, si venera un antichissimo e miracoloso Crocifisso ligneo (sec. XV).

Questa sacra immagine venne rinvenuta insieme ad una Madonna su tavola nella Grotta di San Paterniano, in località Caminate.

Un importante documento d'archivio, Breve raguallio del Miracoloso Crocifisso che si venera nella Terra di San Costanzo, parla dello straordinario rinvenimento da parte di alcuni cacciatori.

Nel secondo altare di sinistra è collocata una Madonna della Misericordia del 1757, opera di Matteo Zuccaroli, esposta per la prima volta alla venerazione dei fedeli il 1o maggio 1794, in occasione di un evento tellurico.

L'intaglio e la doratura della splendida cornice, del 1863, si deve al fanese Gaetano Ponzetti.

Nel terzo altare di sinist, si può ammirare una Vergine con Bambino e Santi del 1558 (?) attribuita a Domenicus Fanensis (Persuti).

Alle pareti del tempio si trovano quattordici tele raffiguranti la Via Crucis (sec. XVIII).

La porta principale d'ingresso alla Collegiata è sovrastata da una Cantoria in legno dove è collocato un Antico Organo con venticinque canne di facciata, lo strumento venne costruito nel 1803 dal maestro Sebastiano Vici di Montecarotto.

Nella Chiesa, dal giugno 1822 all'agosto 1854, furono conservate le spoglie del conte Giulio Perticari, genero di Vincenzo Monti, avendone sposata la figlia Costanza.

L'atto di morte del conte Perticari, fine ed insigne letterato, deceduto a San Costanzo il 26 giugno 1822, si conserva negli archivi della Collegiata










Facciata della Chiesa Parrocchiale Collegiata

Interno della Collegiata

Tela di Gaetano Lapis, Madonna con Santi Cristoforo e Costanzo, sec. XVII

Tela di Ercole Ramazzani, Presepe, 1580

Ignoto, Miracoloso Crocifisso, sec. XV

Tela di Domenico Fanensis (Persuti), Vergine con Bambino e Santi, 1558 (?)

Tela di Matteo Zuccaroli, Madonna della Misericordia, 1757

Ignoto, Madonna con Bambino (Archivi Parrocchiali)