Il frumento tenero era quello più adoperato per la panificazione. I migliori chicchi di grano venivano selezionati e conservati per la semina successiva; ciò valeva per tutti i cereali e le colture da seme.

Le molteplici varietà (Virgili, Marzotto, ecc.), che portavano nomi spesso storpiati dal dialetto locale, si coloravano con i nomi di fantasia che ogni agricoltore dava al proprio sacco a seconda della varietà e delle caratteristiche del terreno: esposto a sole, secco, umido, ecc.

I cereali destinati alla alimentazione e soprattutto alla panificazione si macinavano nel mulino di Lando e Quinto Gazzetti che abitavano in fondo alla costa del mulìn (Via Cone), dove ancora è ubicato.