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Scheda
: 01.08.2005
: 23.09.2006

L' ARUTIN BACIOCIA

"Arotin Baciocia!" Così vociava passando per le strade della città e nei villaggi un vecchietto magro, zoppo, detto Baciocia, con il suo carrettino a mano, sul quale era montata una mola.

L'attrezzo era costituito, come si è detto, da un carrettino con due corte stanghe distanti poco più di mezzo metro l'una dall'altra, con la impugnatura appena ricurva verso il basso: una grossa ruota (che serviva anche per spostare il carrettino) mossa da una leva a pedale metteva in movimento, mediante una cinghia di trasmissione, una piccola ruota sullo stesso perno della mola.

Ad un giro della ruota grande corrispondevano circa dieci della piccola e della mola, sulla quale gocciolava l'acqua dal foro di un barattolo appeso ad un'asta fissata sul piano del carretto. Aveva diverse mole, da quella più ruvida per gli oggetti grossolani a quella meno abrasiva per affilare i rasoi da barba.

I clienti di Baciocia erano in maggioranza donne, che gli portavano ad arrotare i coltelli da cucina e le forbici; gli uomini facevano affilare piccole accette, la "sgheta", "el scurclin", forbici per la potatura, "el scarpel, el fer del spianoss" ed altri attrezzi in uso nelle botteghe artigiane.

"Baciocia" viveva tranquillo con i magri proventi del suo lavoro, più duro nella stagione invernale; sorrideva alla sorte che volle usasse la gamba più corta sul pedale della ruota.