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: 15.09.2005
: 15.09.2005

IL MONTE CATRIA (Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio)

Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del M.Catria comprende comunque altre due cime minori: il M. Acuto (m 1668) e il M. Tenetra (m 1240). Solo in parte è compreso nel bacino del Metauro, dato che il versante Sud ricade in quello del F.Esino e il versante di N.E. in quello del F.Cesano.

Il Catria, nonostante le deturpazioni legate soprattutto alle troppe strade realizzate, possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica. Comprende pareti rocciose a picco o dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli.

La struttura è quella di una grande anticlinale che comprende anche i monti Nerone e Petrano, posti più a N.O. Nelle parti alte del massiccio affiorano le rocce più antiche del nucleo dell'anticlinale: Calcare Massiccio, biancastro e senza nette stratificazioni, calcare selcifero detto Pietra Còrniola, Rosso Ammonitico e Calcari ad Aptici, tutte depositatesi in ambiente marino nel Periodo Giurassico (Era Mesozoica o Secondaria). Sempre verso le parti alte affiorano poi le rocce calcaree biancastre e ben stratificate della Maiolica (Giurassico Superiore e Cretacico Inferiore). Più in basso e perimetralmente sono presenti invece le Marne a Fucoidi, verdastre o rossastre, e le marne e calcari marnosi detti Scaglia Rossa e Bianca, depositatesi in un periodo che va dal Cretacico all'Eocene (Era Terziaria o Cenozoica).

Di grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi, nei macereti e nei prati sassosi (seslerieti) del Massiccio del Catria, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica. Da ricordare per la loro rarità tra gli arbusti l'Onicino, la Rosa spinosissima, la Dafne olivella, la Ginestra stellata,il Cotognastro minore, l'Uva spina, il Crespino e l'Efedra. Tra le specie erbacee rare si ricordano Brassica gravinae, Primula auricula, Silene graefferi, Saxifraga adscendens, lberis saxatilis, Campanula micrantha, Campanula tanfanii, Leopoldia tenuiflora, Fritillaria tenella, Sternbergia colchiciflora, Trisetum bertolonii e Corallorhiza trifida. I prati sono adibiti al pascolo e probabilmente hanno quasi tutti un'origine secondaria, frutto cioè di antichi disboscamenti. Molto belli sono quelli della dorsale collegante il M. Catria con M. Acuto, detti prati dell'Infilatoio. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia (Viola eugeniae), Primula (Primula veris), Genziane (Gentiana verna, Gentiana columnae),Narciso (Narcissus poeticus),varie Orchidee e Nontiscordardimè (Myosotis alpestris). I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle faggete, ai limiti superiori dell'area composte quasi esclusivamente dal Faggio. Tra le poche faggete conservatesi ad alto fusto, particolarmente bella per la maestosità degli alberi che vi si incontrano è quella detta delle Cupaie, sul versante Ovest del M. Catria. Al di sotto dei 900 m i boschi sono in prevalenza degli orno-ostrieti governati a ceduo, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. La lecceta è presente in alcuni punti del Massiccio del Catria, con aspetto di fitta macchia dominata dal Leccio in forma arbustiva, associato a Fillirea, Acero minore ed altre specie più o meno xerofile.

La fauna comprende specie di grande interesse scientifico. Da ricordare l'Aquila reale, il Pellegrino, la Coturnice, il Passero solitario, il Picchio muraiolo e il Fringuello alpino. Una colonia di Gracchi corallini, nidificante in anfratti rocciosi di una parete a strapiombo, è la più settentrionale dell'Appennino. I prati sommitali sono frequentati da Calandri, Tottaville, Allodole, Prispoloni, Spioncelli, CuIbianchi, Codirossoni, Fanelli e Strillozzi. Nella gola del Burano e presso Cantiano è presente il raro Merlo acquaiolo. Tra gli Anfibi occorre ricordare la Salamandrina dagli occhiali.

Per la sua importanza naturalistica il M.Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle Marche (1990). L'importanza storico-architettonica è determinata dalla presenza di due eremi dell'XI secolo: S.Maria di Sitria, in territorio umbro, e soprattutto S.Croce di Fonte Avellana, in Comune di Serra S.Abbondio.

CARTOGRAFIA:

1:200.000 UMBRIA E MARCHE T.C.I.
1:25.000 MONTE CATRIA - Carta dei sentieri CAI
1:25.000 IGM F.116 III NE - CANTIANO

BIBLIOGRAFIA

MICHELINI TOCCI 1972, BALLELLI e BIONDI 1982, BIANCHI 1986, FERRETTI 1991, BALLELLI e PEDROTTI 1992, POGGIANI, DIONISI e BAGLI 1993, PASSERI (a cura di) 1994, ANGELINI ( a cura di) 1996, BARBADORO e BARBADORO 1997, PANFILI e TANFULLI 2000








Monte Catria. (Simboli in "Spiegazioni itinerari").
Alessandro Aguzzi

Eremo di S.Maria di Sitria.
Luciano Poggiani

Faggete sul versante Ovest del M.Catria.
Luciano Poggiani

Sella dell'Infilatoio e M.Acuto.
Luciano Poggiani

Il Gruppo del M.Catria.
Leonardo Zan

Eremo di Fonte Avellana.
Virgilio Dionisi