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Scheda
: 14.09.2005
: 14.09.2005

Il paesaggio agrario di San Costanzo ha subito, nei tempi, importanti e consistenti modificazioni, soprattutto rispetto alla struttura originaria della copertura vegetazionale.

La messa a coltura dei terreni boscati diventa più intensa sotto il Ducato di Urbino (XVI sec.); la cerealicoltura diviene predominante e parte del raccolto viene venduta a Venezia. Nel XVII sec. si assiste al prevalere della conduzione mezzadrile con il sistema dell'appoderamento sparso, con sistemi colturali e di allevamento diversificati per assicurare autonomia produttiva ad ogni singolo nucleo.

La cerealicoltura assume ancor più importanza nella seconda metà dell'800, quando il territorio collinare presenta una preponderanza di seminativi e una ridottissima attività silvo-pastorale.

Con le leggi forestali della fine del secolo scorso e con apposite leggi degli anni '20 - '30 si tenta di arginare il degrado ambientale.

L' assenza di strumenti pianificatori nelle aree rurali, la fine della mezzadria e le ottimizzazioni colturali imposte dalla meccanizzazione, dalla tecnologia, dalla concorrenza e dalla mancanza o scarsità della presenza degli agricoltori, hanno ulteriormente modificato negli ultimi decenni il paesaggio agrario-vegetale. Esso oggi appare come un tutt'uno di una grande azienda con il succedersi di coltivazioni, prevalentemente seminativi, interrotto qua e là da siepi, strade e fossi.

Le coltivazioni attuali prevalenti sono quelle cerealicole con grano duro, tenero e orzo e ridotte coltivazioni di granturco. La barbabietola da zucchero è altresì molto diffusa, mentre piccole coltivazioni di girasole alleggeriscono, con le loro macchie di colore, la monotonia delle monocolture. Poche le specie portaseme quali carota, cipolla, barbabietola, pochissime anche le coltivazioni di frutta e ortaggi. Compaiono in misura limitata vigneti e oliveti. Sono completamente scomparse le attività zootecniche e di allevamento.










Stalla di Antonio Biondi, 1982 (archivio F.Fragomeno).