Presentazione
Indice Generale
Bibliografia
Autori
Luoghi
Lo staff
Link
Contatti
Guida
Glossario
Motore di ricerca

 
Accesso riservato ai curatori della banca dati

Scheda
: 14.09.2005
: 14.09.2005

I percorsi individuati, partendo dal centro storico di San Costanzo, seguono strade di campagna e viottoli che conducono, qua e là, a case coloniche, fossati, campi coltivati e selve, per uno sviluppo di circa 5 km, percorribili senza alcuna difficoltà da chiunque voglia avere un contatto diretto e riservato con la natura e con i campi.

Lungo il tragitto principale, debitamente segnalato da apposite tabelle, si possono raggiungere le due più famose fonti del paese: la più antica, detta Fonte Vecchia, è situata a poche centinaia di metri dall'inizio del percorso, proprio sotto il torrione di N.E. delle mura castellane. La Fonte Vecchia si fa risalire tra il '400 ed il '500, anche se la fondazione potrebbe essere precedente. L'impianto è costituito da una galleria di captazione con voltina alla "cappuccina" sulla facciata sono presenti due piccole aperture che danno su altrettante cisterne. Questa fonte è stata, fino agli inizi del secolo, l'unico sistema di rifomimento idrico per la popolazione del centro storico di San Costanzo.

Proseguendo lungo il sentiero principale della Valle dei Preti si raggiunge, dopo una deviazione, la più recente Fonte dei Preti, che, fino agli anni Cinquanta, ha rifomito le numerose case di contadini nelle vicinanze. Ora le sue condizioni sono seriamente compromesse: infatti il manufatto è sommerso sia da una fitta vegetazione invadente, sia dal terreno che le lavorazioni dei campi circostanti fanno scivolare al suo intemo.

Ritornando sul percorso principale, si entra nella Valle dell'Inferno, che si attraversa in tutta la sua estensione costeggiando il fosso e addentrandosi nella selva dall'omonimo nome. Durante il percorso si possono ammirare, dai punti panoramici, vari "quadri naturali" della campagna sancostanzese, con ampie vedute del mare Adriatico e delle prime montagne dell'Appennino. Non manca neppure una suggestiva visione della "V" della Gola del Furlo.

Sia la Valle dei Preti che la Valle dell'Infemo racchiudono, oltre agli aspetti paesaggistici, naturalistici e dell'agricoltura, la storia e le radici di San Costanzo. Infatti le due valli, e più in generale il territorio che guarda verso il Metauro, dal periodo neolitico all' epoca romana sono state abitate da uomini che qui hanno lasciato le loro tracce.

Sempre in queste valli, lungo le alte scarpate di molasse, sono ancora ben rintracciabili le grotte artificiali, scavate in tempi diversi e per scopi diversi: le più antiche sono servite per custodire attrezzi agricoli e conservare derrate alimentari e frutta, mentre le più recenti risalgono alla seconda guerra mondiale, quando intere famiglie vi hanno cercato rifugio per proteggersi dalle incursioni aeree e per sfuggire alle deportazioni tedesche.

In questi stessi terreni, in superficie od incastonati tra le sabbie, si possono rinvenire i noti ciottoli poligenici (vedi caratteri geologici e tettonici).

La flora e la fauna, quest'ultima con qualche cautela, sono facilmente osservabili: basta una buona guida naturalistica ed un po' di pratica per riconoscere le specie più appariscenti e note.

Il percorso, dopo aver attraversato la Valle dei Preti e la Valle dell'Inferno, giunge in località Santa Lucia, dove si può ammirare una croce in ferro battuto e alcune edicole sacre dedicate a Santa Lucia e a San Francesco. Di qui si ritorna al centro storico di San Costanzo.

CARTOGRAFIA

1:200.000 UMBRIA E MARCHE T.C.I.
1:25.000 IGM F. 110 - III N.O. - S. COSTANZO

BIBLIOGRAFIA

BOCCAROSSA 1997








Carta Top. Reg. Marche 1:25.000 110 III (aut.IGM n.4877). Colline di San Costanzo.

Campo di grano con ulivi (archivio P.Alfieri e F.Fragomeno).