Presentazione
Indice Generale
Bibliografia
Autori
Luoghi
Lo staff
Link
Contatti
Guida
Glossario
Motore di ricerca

 
Accesso riservato ai curatori della banca dati

Scheda
: 10.08.2005
: 12.07.2007

Presente in tutte le case coloniche, era costruito appoggiato a un muro esterno della casa o a un muro di una capanna; il fumo usciva dalla bocca del forno attraverso un camino che termina in un comignolo sul tetto.

La bocca, dopo l'infornata, veniva chiusa con uno sportello di lamiera murato con fango; uno spioncino apribile dall'esterno consentiva di capire dall'odore quando il pane era cotto.

Il forno veniva scaldato bruciando al suo interno soprattutto fascine di spini di marruga; in alternativa si bruciavano canne secche e sarmenti vari (gambi di granoturco, tutoli, radici di erba medica, tralci di viti, potature di alberi vari).

Il riscaldamento del forno era sufficiente quando la sua volta, da scura che era prima, diventava bianca.

Gli attrezzi usati per il forno erano la forca e il forcone per infilare i combustibili, un rastrello piccolo privo di denti per estrarre la cenere con piccole braci ("burniscia" o "cniscia"), la pala di legno piana per deporre in ordine le pagnotte lievitate e poi per estrarle dopo la cottura.

Queste ultime operazioni venivano eseguite con rapidità e destrezza.

Nel forno non veniva cotto solo il pane; occasionalmente insieme al pane venivano messi a cuocere: il panettone e altra pasticceria (pasta margherita, biscotti all'anice), tegami di carne in umido di pollo o di coniglio, oca e coniglio in porchetta, teglie di pere o mele.

Le teglie usate per cuocere il panettone o la frutta erano molto grandi e costruite appositamente dal fabbro con fondi di botti di lamiera, con l'orlo rilevato e ondulato.

Il calore residuo dopo che il pane era stato sfornato veniva utilizzato per essiccare fette di mele e tutoli di granoturco.

Celso Mei
LA FORNACELLA

La fonacella è un grosso fornello in muratura di forma circolare, alto una settantina di centimetri, dal diametro simile a quello della caldaia che vi è inserita, variabile dai cinquanta agli ottanta centimetri. La fonacella è collocata, in genere, in un angolo della loggia del forno; essa ha una piccola apertura sul davanti, all'altezza del pavimento, per l'alimentazione del focolare. Nella parte opposta, una canna fumaria sale fino alla copertura della loggia per uscire, indi, all'esterno e permettere così la fuoriuscita dei fumi. La legna usata per alimentare la combustione della fornacella era costituita da sterpaglie secche; fra queste le più usate erano i gambi del granturco "i cannabucc". Nella fornacella si faceva bollire, periodicamente, l'acqua per fare il bucato e, d'inverno, per la macellazione del maiale. Nei secoli passati, inoltre, si utilizzava per il mosto cotto, ritenuto indispensabile in cantina per la fermentazione delle uve destinate alla vinificazione.

Emilio Pierucci








Pane.
Emilio Pierucci

Forno con loggia presso la casa colonica della famiglia Barbadoro – Comune di Fossombrone, Località San Martino del Piano n° 62, Vocabolo Molino Nuovo.
Emilio Pierucci

L’atto dello sfornare il pane da parte della signora Barbadoro– Comune di Fossombrone, Località San Martino del Piano n° 62, Vocabolo Molino Nuovo.
Emilio Pierucci

Fornacella in muratura, sistemata nell’angolo sinistro della loggia del forno di proprietà della famiglia Barbadoro – Comune di Fossombrone, Località San Martino del Piano n° 62, Vocabolo Molino Nuovo.
Emilio Pierucci