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Scheda
: 28.09.2005
: 25.09.2006

Un'attività che veniva svolta da molti paesani, oltre che dai contadini, nella zona di San Michele al Fiume nella prima metà del '900 era l'allevamento del baco da seta.

Il centro più importante del mercato dei bozzoli e per la schiusa delle larve per la riproduzione era Fossombrone, dove si trovavano diverse filande. L'attività era stagionale ed in maggio, quando i gelsi erano in piena vegetazione, gli allevatori andavano ad ordinare i bachi che si commerciavano ad once ed ad ottavi e venivano consegnati dal fornitore su foglie di gelso.

Per l'allevamento occorrevano dei voluminosi castelli contenenti dei telai, i quali venivano collocati al centro di una stanza in modo tale da poterci girare intorno. Contenuti nei castelli erano numerosi cassettoni (anche 8-10) costruiti con legno leggero ed intelaiati con filo di ferro sia in lunghezza che in larghezza. Su questa fitta rete di fili veniva stesa della carta paglia ed infine le foglie di gelso necessarie per nutrire i bachi. Era indispensabile, per la sopravvivenza degli insetti, che il locale fosse ben areato e conservasse una temperatura piuttosto costante, perchè sbalzi di temperatura avrebbero procurato malattie ed invece del bozzolo dorato, si avrebbero avuti bachi neri che di lì a poco sarebbero morti.

All'incirca ogni settimana gli insetti smettevano di alimentarsi per dormire 3 giorni: al risveglio si liberavano della prima pelle e gli allevatori sostituivano la carta paglia imbrattata e disponevano i bachi, che crescevano molto velocemente, su un sempre maggiore numero di cassettoni. Il ciclo si ripeteva per quattro settimane prima che le larve, divenute da verdi a color oro, fossero pronte per allontanarsi dai cassettoni in cerca di un posto adatto per attaccare i primi fili.

Avevano inizio le ultime fasi dell'allevamento: con dei rami secchi si creavano le cosiddette "mannelle", piccoli fasci contenuti nel palmo di una mano, che a loro volta venivano intrecciate per creare un "boschetto" dove i bachi andavano e costruivano il bozzolo.

Dopo dieci o quindici giorni i bozzoli color oro erano ormai pronti per la "spicciatura": venivano cioè staccati dalle "mannelle", ben ripuliti dalle impurità e messi in cestoni per essere portati a Fossombrone per la vendita. Gli allevatori, che erano numerosi, si disponevano in fila lungo il corso principale vicino alle proprie ceste e balle di bozzoli ed i compratori al suono di una sirena iniziavano a contrattare. Il mercato durava circa un'ora, ma il giorno dopo si ripeteva e così per i 15 giorni successivi

Dopo circa 40 - 50 giorni di lavoro gli allevatori potevano realizzare il frutto delle loro fatiche che tuttavia poteva anche essere molto misero a causa delle malattie che spesso decimavano i bachi.