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Scheda
: 10.08.2005
: 25.09.2006

D'inverso, prima o dopo Natale, "s' mazàva `l purchétt" (si uccideva il maiale) e si "faceva la pacca". Da questa operazione si ricavava anche lo strutto (grasso) che si conservava nella vescica del maiale e veniva utilizzato tutto l'anno in sostituzione dell'olio di oliva che costava troppo caro. Il maiale inoltre forniva altri ricercatissimi alimenti tra cui: prosciutti, lonze, salami, pancette, lonzini, cotechini, coppe e salsicce (la cui pellicola esterna si otteneva con le budella dello stesso maiale). Apprezzatissima era la carne fresca di maiale appena macinata (tipo salsiccia), cotta in un pentolino sopra la stufa economica (che si azionava con la legna), ma anche il cervello del maiale, e il sangue bollito e le costarelle. Di notevole gradimento, infine, anche l'uso del lardo sopra i pomodori di stagione, spaccati a metà e cotti arrosto (buonissimi!).

A quei tempi il lardo del maiale era molto ricercato; i maiali si uccidevano quando si era certi che essi avevano raggiunto un certo strato di lardo (10-12 centimetri), mentre il peso variava dai 180 ai 200 kg. Tutto dipendeva dal tipo di alimentazione fornita: l'animale che poteva disporre di ghiande, granturco e fava otteneva il maggior peso, quello che era alimentato con i semi di lino ovviamente offriva risultati molto scarsi.

L'uccisione del maiale richiedeva gente esperta. Occorrevano un'affilata lama da taglio per ucciderlo, una "mattra" per lavarlo e pulirlo, delle robuste corde e una carrucola per sollevarlo da terra e per effettuare la selezione delle parti, l'apposita stufa e il "caldàr" (paiolo) per scaldare l'acqua, lavarlo e spellarlo con gli appositi raschietti, i recipienti di rame e terra cotta per raccogliere il sangue, la macchinetta per le salsicce (tritacarne e insaccatrice per salumi), il recupero delle budella e della vescica per la conservazione della carne macinata e dello strutto.