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Scheda
: 01.09.2005
: 01.09.2005

La foce del fiume Cesano, così come gran parte del suo corso, è situata confine tra due province Pesaro ed Ancona. Fortemente caratterizzata dal carattere torrentizio del fiume, impietoso ed invadente nei periodi autunnali e a volte primaverili, in magra nel periodo estivo, la foce del fiume Cesano è un bell’esempio di oasi naturale, dove l’opera dell’uomo è stata quella di non intervenire.

La foce presenta tre aspetti essenziali ben distinti l’habitat con fiume in piena, l’habitat estivo con fiume in magra e l’habitat intermedio. Quando il fiume scorre placido e ben contenuto dalle larghe sponde, la foce si trova generalmente nel periodo primaverile, quando la natura offre il meglio dei suoi frutti. I pioppi neri (populus nigra) liberano nel vento i propri semi, le foglie argentate del pioppo bianco (populus alba) creano riflessi luminosi nel verde e nell’azzurro del cielo, i cespugli di Salciarella (Lytrum salicaria) iniziano a colorarsi di rosso porpora, gli arbusti del Salice Rosso (salix purpurea) prendono vita dal letto del fiume, mentre i Salici Vetusti e Massicci (salix alba) sembrano tuffarsi dagli argini adombrando il fiume o le vene di acqua residue.

Tutta la foce comincia a prendere vita e non è raro incontrare l’Airone Cenerino (ardea cinerea), le Garzette (Egretta garzetta) e i Beccacini(gallinago gallinago) che saltellano sul letto del fiume. Più a valle il cielo è dominato dal gabbiano comune (larus ridibundus), che dal mare si spinge all’interno seguendo il corso delle acque. Sui pilastri delle scogliere sommerse, c’è l’ombra nera del Cormorano (phalacrocorax carbo). Per chi ama la fauna ittica, potrà con facilità e un po’ di accortezza ammirare i Cavedani (Cephalus cabeda), a pelo d’acqua. Il fondale ghiaioso permette la diffusione di Barbi (Barbus plebeius), Cobiti (Cobitis taenia) e Carpe (Ciprynus carpio), le zone più melmose sono ricche di Anguille (Anguilla anguilla) che ogni anno risalgono il fiume.

La vita continua di notte dove i predatori escono allo scoperto, Gufi (Asio otus) e Barbagianni (Tito alba), Faine e Volpi dalla macchia; specie meno diffuse ma avvistate negli ultimi anni sono il Tasso (Meles meles) e l’Istrice (Hystrix crystata). Il paesaggio cambia con l’arrivo delle piene che trasportano ghiaia e vecchi tronchi, rimane solo il bosco ripariale ed in particolare le Canne domestiche (arundo donax) sempre verdi. Aspetti a prima vista non visibili dell’habitat invernale del fiume e della vallata in cui scorre possono essere scoperti solo percorrendo attentamente i sentieri più interni dell’area. L’inverno è anche il periodo dei passi migratori sulle sponde del fiume sono stati avvistati il Combattente (Philomacus pugnax) la Pittima Reale (Limosa limosa) e il Corriere piccolo (Caradrius dubudus), ma la specie che più di ogni altra è attesa per la sua maestosità e bellezza è il Germano reale (Anas platyrhynchos).

A pochi chilometri dalla foce nel comune di Mondolfo in frazione Mulino Vecchio si trova il mulino Piagnarelli uno degli ultimi mulini a pietra azionato con l’acqua del fiume. Dalle antiche e enormi macine di pietra si ricava una farina grezza principalmente di grano, ma anche di granoturco e di fava, molto apprezzata e di ottima qualità poiché, nel lento procedimento di macinatura non subisce il riscaldamento, mantenendo così tutte le sue proprietà ed aumentando i tempi di conservazione. Il lento rumore delle macine e il profumo della farina riportano indietro ai tempi in cui questo lavoro era visto come una ricchezza che portava pane, polenta e crusca per gli animali. Data la scarsa portata estiva del fiume il mulino è in funzione per circa nove mesi all’anno.